In caso di incidente, comunque ricollegabile al suo comportamento, il conducente ha l'obbligo di fermarsi e di prestare assistenza a coloro che, eventualmente, abbiano subìto danno alla persona. Anche a chi non ha causato l'incidente, e prevede: "Chiunque (…) trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita, omette di prestare l'assistenza occorrente o di darne immediato avviso all'Autorità (…) è punito con la reclusione fino a un anno e con multa fino a 2.500 euro. Se da siffatta condotta del colpevole deriva la morte, la pena è raddoppiata".
Prima cosa da fare
Nei casi di incidente stradale grave con presenza di feriti o, comunque, in caso di incidente stradale di una certa entità è necessario, anzitutto, chiamare tempestivamente il 118, e se il caso lo richiede, attivare prontamente anche i vigili del fuoco la cui presenza si rende addirittura indispensabile qualora si presentassero situazioni particolari che richiedano la loro confutata competenza (ad es. persone bloccate nelle lamiere delle auto, possibilità di scoppio e/o di incendio, ecc…), al numero di emergenza 115. Altrettanto importante è l’attivazione tempestiva degli aiuti sanitari e delle forze di polizia, e, nel contempo, la segnalazione dell’incidente stradale con l’ausilio della segnaletica apposita agli altri veicoli sopraggiungenti. Per avere soccorso e per far intervenire sul posto una forza di polizia, si consiglia di chiamare il SOCCORSO PUBBLICO DI EMERGENZA (113), tenendo sempre bene a mente di indicare con la maggiore precisione possibile il luogo in cui è accaduto l’incidente e le condizioni delle persone ivi coinvolte. A quel punto, sarà il 113, grazie alle indicazioni da voi correttamente fornite, ad attivare i mezzi di soccorso necessari, ed a farli giungere sul posto. Ricapitolando, i principali numeri telefonici utili sono: 115: VIGILI DEL FUOCO 112: CARABINIERI 113: SOCCORSO PUBBLICO DI EMERGENZA 116: SOCCORSO STRADALE ACI (obbligatorio sulle autostrade)
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far passare un avambraccio sotto l'ascella del ferito, afferrargli il mento e bloccargli la testa contro la propria spalla
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passare l'altro avambraccio sotto l'altra ascella e afferrare il polso del ferito appoggiandolo sull'addome
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adagiare la testa del ferito contro la propria spalla e cercare di sostenerlo saldamente
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retrocedere tenendo ben ferma la testa del ferito.
Per spostare il ferito si possono adottare differenti tecniche.
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a) Seggiolino a due mani: in due, uno di fronte all'altro ci si abbassa ai lati del ferito, si passa un braccio intorno alla sua schiena e l'altra sotto le cosce, afferrandosi l'un l'altro saldamente i polsi e alzandosi tenendo il ferito.
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b) Trasporto a braccia: ci si abbassa a fianco del ferito, gli si passa un braccio sotto le cosce e l'altro intorno alla schiena e lo si solleva con cautela.
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c) Trasporto sul dorso, da evitare se si sospetta una frattura: ci si abbassa rivolgendo la schiena al ferito che mette le sue braccia intorno al collo del soccorritore. Si prendono le braccia e le si tengono strette e si prendono le cosce del ferito, come a cavalluccio.
Le emorragie più gravi sono quelle relative alla lesione di una vena o di una arteria. In caso di grave emorragia, soprattutto se arteriosa, la vita del ferito è nelle mani del primo soccorritore che deve procedere senza esitare: nei casi più gravi la situazione può diventare irreparabile in pochi minuti.
Come Rimediare
A chiamare soccorsi qualificati si procederà poi, dopo aver tamponato l'emorragia. Aspettando l'arrivo del soccorso qualificato, in caso di gravi emorragie è necessario:
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Sdraiare il ferito
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Sollevare l'arto infortunato
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Applicare una fasciatura compressiva o procedere con la compressione digitale a distanza
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Porre l'infortunato in posizione antishock (supino con le gambe sollevate) e tranquillizzarlo.
Si prenda una benda, o qualsiasi oggetto possa somigliare, come la cravatta o la cintura, la si passi una volta sulla ferita e si ponga sul punto da cui esce il sangue un tampone (vanno bene anche un'altra garza ripiegata o un pacchetto di fazzoletti di carta). Si continui la fasciatura, tenendo la benda ben tesa, in modo che il tampone eserciti una compressione sulla emorragia e si tiri finché il sangue non esce più. Se il sanguinamento continua, la fasciatura non va sciolta, ma continuata con un nuovo tampone.
La Compressione Digitale a Distanza
Le più gravi emorragie arteriose, quelle al collo, all'inguine o alla coscia, non possono essere bloccate da una compressione sul punto di sanguinamento. In questo caso la compressione verrà effettuata lontano dal punto di sanguinamento, schiacciando l'arteria con le mani. Ecco alcuni punti di compressione:
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Arteria succlavia: per emorragie della spalla si comprime con la punta delle dita dietro alla clavicola, spingendo l'arteria succlavia in basso sulla prima costola.
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Arteria ascellare: per emorragie dalla spalla al gomito si comprime con i due pollici paralleli al centro dell'ascella abbracciando con le altre dita incrociate la spalla.
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Arteria omerale: se l'emorragia è dal gomito, si solleva il più possibile il braccio dell'infortunato e si comprime con le dita sulla faccia interna del braccio, a metà altezza sotto al bicipite, l'arteria omerale sull'omero. Se l'emorragia è dell'avambraccio o della mano si comprime con i due pollici tenuti paralleli nella piega del gomito mentre con le altre dita incrociate si abbraccia il gomito stesso.
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Arteria femorale: per emorragie della coscia si preme con tutto il peso del corpo, con il pugno chiuso e il braccio teso nella piega inguinale, mantenendo le dita parallele alla piega e il braccio teso in direzione del bacino non perpendicolarmente al terreno.
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Arteria poplitea: per emorragie dal ginocchio alla caviglia e del piede si preme con i pollici paralleli all'interno della piega del ginocchio stringendo con le altre dita incrociate il ginocchio stesso.
Il Laccio Emostatico
Consente l'arresto totale della circolazione sanguigna dell'arto a cui viene applicato, ma la totale assenza di irrorazione sanguigna ai tessuti comporta l'accumulo di scorie e sostanze tossiche pericolose se entrano in circolo. Alla mancata irrorazione può seguire la necrosi (morte) dei tessuti e, quando si allenta il laccio, l'infortunato può avere uno shock.
Quindi si ricorre al laccio solo ed esclusivamente se tutti gli altri tentativi meno cruenti falliscono. E' consentito l'uso del laccio emostatico soltanto in caso di amputazione e schiacciamento(l'arto è già perso) o di gravi e inarrestabili emorragie arteriose. Come laccio si possono usare cinture, cravatte, stracci arrotolati, ma non si devono mai usare materiali taglienti come spaghi, fili, stringhe. Il laccio va posto solamente a quelle parti dell'arto in cui si trova un solo osso come nel braccio a livello dell'omero e nella coscia a livello del femore, poiché l'arteria può scorrere tra due ossa. Si pone sempre alla base dell'arto e una volta messo non va mai tolto poiché si può verificare un'emorragia molto più intensa di prima e lo shock per l'immissione nel sistema circolatorio delle sostanze tossiche trattenute sotto il laccio. Se il ferito non riesce a raggiungere l'ospedale entro 15 minuti il laccio va comunque allentato per cercare di evitare la necrosi dei tessuti non irrorati: dopo aver messo l'infortunato in posizione antishock e tenendo sotto controllo polso e respiro, si deve allentare il laccio molto lentamente. Se l'emorragia riprende copiosa si deve stringere immediatamente il laccio. Se l'emorragia riprende scarsa si tiene il laccio allentato per 3-4 minuti al massimo e poi lo si stringe. Se l'emorragia non riprende si può lasciare il laccio allentato ma non va mai tolto.